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Convegni

Amerai il Signore Dio Tuo…

di Pino

Carissimi fratelli e sorelle,
oggi per me è un giorno speciale e forse unico. La commozione che oggi provo è immensa. Non è la prima volta che faccio una riflessione, eppure oggi per me, Pino, è come se fosse la prima volta, perché finalmente dopo tante difficoltà ecco il nostro primo Convegno.
Il Signore non poteva darci tema migliore e se ci pensate per un attimo: primo Convegno, primo Comandamento in assoluto “Amerai il Signore Dio tuo…!”. Dio al di sopra di tutto: deve essere il primo voluto, cercato ed amato. Sopra Dio non c’è nessuna cosa, nessuna persona umana o angelica.
Vi confesso che per fare questa riflessione sono stato diverse ore a guardare Gesù in Croce e mi chiedevo: “ma è possibile che Tu, Signore, hai sofferto così tanto per amore? Sei morto su questa croce per amore?”. Non vi nascondo che tantissime volte mi sono trovato in crisi perché non riuscivo a capire questo grande Amore di Dio per l’uomo, per noi. Ma guardando sempre più la croce, mi sono reso conto che solo Dio può avere un amore così grande, ma in questo Suo essere amore ci da la facoltà di amare anche noi come ci ama Lui, certo non è facile, ma forse è stato facile per Gesù salire sulla croce? Molte volte per noi amare diventa doloroso, ma forse per Gesù farsi piantare i chiodi nelle mani e nei piedi non è stato doloroso? Eppure tutto questo è accaduto per amore. In questa morte così dolorosa c’era il grande progetto di Dio: la Risurrezione.
Carissimi, è per la Risurrezione di Gesù che noi in questi giorni ci troviamo qui, riuniti in preghiera a sperimentare ancora una volta l’amore di Dio per opera dello Spirito Santo.
“Amerai il Signore Dio tuo”, è la Parola portante che il Signore ci ha donato per questo Convegno, chiediamoci perché Dio l’ha messo come il primo dei comandamenti e, se l’ha messo al primo posto, vuol dire che per Lui è importante. Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, ma prima di crearlo, visto che tutto ciò che aveva creato “era cosa buona” (cf Gn 1, 25); disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza…» (Gn 1, 26). Allora Dio creò l’uomo a sua immagine, io penso che Dio avendo creato tutto con la massima perfezione, prima di creare l’uomo l’ha pensato, l’ha amato e dopo l’ha creato. È da quel momento che Dio ama ciascuno di noi di un amore speciale. Questo è uno dei pensieri più comuni della religione; eppure è così meraviglioso, che quando ci mettiamo a considerarlo attentamente, quasi facciamo fatica a crederlo. La cosa più bella è che Dio non ci considera soltanto una massa e una moltitudine, ma ci ama singolarmente. Pensiamo bene: da tutta l’eternità Dio ha stabilito di creare me, non semplicemente un uomo di più nel mondo, un figlio per mio padre e mia madre, un nuovo abitante della terra, un’anima di più per aiutare l’opera del suo secolo; no, ha stabilito di creare me, tale e quale sono, quell’io per il quale sono quello che sono, quell’io per il quale gli altri mi conoscono, quell’io differente da ogni altro che fu creato finora o che sarà creato dopo. Con questa creazione Dio mi ha scelto ed ha una preferenza particolare, questa è la nostra creazione, nessuno escluso. Certo avrebbe potuto creare uomini che lo avrebbero adorato mille volte meglio di me, ma ha fissato il suo sguardo d’amore anche su di me. Ero io con la mia individualità, con le mie particolarità di materia e di forma, con il mio modo di essere e di agire; fu questo, che nella calma della sua predilezione eterna, lo spinse a crearmi. Carissimi, non crederei che Dio sia Dio, se non credessi questo. Questa è la professione, la certezza che ognuno di noi dovrebbe fare ed avere nel proprio cuore, allora si che non possiamo spiegarci come si possa sopportare la vita, senza professare questa fede nell’amore speciale del Creatore. Allora io vedo chiaramente, che il mio amore per Dio deve essere così speciale. L’amore che Dio ha per noi è così meravigliosamente grande e speciale, che gli dobbiamo rendere un amore nobile e glorioso che sia davvero degno del nome di amore.
Io penso che amare Dio è una vocazione, Dio con il suo amore ci insegna sempre qualcosa di buono, di bello e ci porta a scoprire sempre più orizzonti nuovi. Ciascuno di noi ha una sua vocazione speciale e particolare: non c’è né uomo né donna che sia un duplicato sulla terra, ognuno di noi è unico. Dio ha bisogno di noi per eseguire i suoi disegni e nessuno ci può sostituire completamente: è questa la nostra dignità di uomini e cristiani, ma è anche un nostro dovere, affinché la profondità del nostro amore diventa pure la sorgente d’amore per il fratello.
“Amerai il Signore Dio tuo», si perché Dio è presente nella nostra vita, la grandezza di Dio s’impone ormai alla nostra mente, per la perfezione, per sapienza e potenza operativa e infinita.
Dio è tutto: nel senso che senza di Lui, creatore dal nulla di tutto l’universo, noi saremmo niente.
Dio si deve amare con il cuore, con l’interiorità di se stesso: intelligenza, volontà, sentimenti, affetti, anima. Anche con il corpo muovendo le braccia, i piedi e tutto se stesso verso Dio, parole e opere. Si deve amare anche con i beni che si posseggono. Con le parole, con tutta la nostra forza,si perché tutto è dono di Dio e tutto deve ritornare a lui con riconoscenza ed amore. Questo comandamento deve distruggere e radere al suolo la superbia, la gelosia, la vanagloria, l’orgoglio, ma si deve dire: “io sono amato da Dio e devo amare tutto ciò che Dio ha creato”. Viene quasi spontaneo chiedersi: si può amare Dio? Egli non ha bisogno di niente. Noi siamo abituati che l’amore si esprime tra esseri uguali, complementari (uomo-donna), come si può amare Dio? Come si amano i genitori con un senso di pietà affettuosa, rispettosa e obbediente. Il Dio che noi adoriamo, il Dio dei cristiani si è fatto uomo, simile a noi. Egli può e vuole essere amato come gli amici, i fratelli, come si amano gli sposi e, s’intende, in modo massimo perché rimane sempre l’infinito. Anzi Dio si è fatto inferiore a noi: bisognoso, mendicante, sofferente. Vi ricordate cosa ha detto Gesù? «Quello che fate a uno dei miei fratelli più piccoli, poveri, bisognosi lo fate a me». Nel Vangelo di Giovanni al cap. 14 vers. 15 Gesù dice: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti…», ancora al cap. 14 vers. 23 «Se uno mi ama, osserverà la mia parola…», arrivati a questo punto mi sembra molto chiaro che per amare Dio lo si deve ascoltare e praticare quello che Egli vuole. Se c’è l’amore di Dio nei nostri cuori, cioè lo Spirito Santo, noi possiamo osservare anche i precetti impossibili, perché nasce in ognuno di noi una forza divina che è lo Spirito Santo (amore divino in persona). La massima espressione dell’amore di Dio è l’ascolto. Noi creature davanti a Dio dobbiamo stare come il nulla davanti al Tutto, il piccolo davanti al grande, il bambino davanti ai genitori. I genitori restano incantati davanti ai figli e i figli davanti ai genitori: è la contemplazione, il massimo rapporto con Dio.
Quando noi abbiamo iniziato il nostro cammino di fede eravamo convinti che ci stavamo avvicinando a Dio, non è stato così e non sarà mai così per nessun uomo, nel nostro cammino di fede c’è sempre l’iniziativa di Dio. È lui che raggiunge ogni uomo, lo chiama e lo coinvolge a respirare con il suo respiro, a diventare in Gesù Cristo, figlio e ad esprimere nel più piccolo frammento della nostra carne la bellezza del suo volto e dei suoi gesti. Questa è la vocazione dell’uomo. Ogni uomo, seppure chiamato, fa l’esperienza del peccato. Si nega a questa prospettiva e cede, o per debolezza o per ignoranza o per una scelta consapevole. Questa è l’esperienza di noi mortali, Giovanni nella sua prima lettera (1,8-9) ci ricorda: «Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi: se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa».
Quante volte siamo caduti nella tentazione di non amare Dio, ma amare altro, molte volte siamo più innamorati di noi stessi invece di essere innamorati di Dio, è questo Dio lo sa, ma è talmente innamorato che infonde in noi il suo amore misericordioso. Sapete, il Dio misericordioso è un Dio materno che ci pone nel suo utero e ci fa uomini nuovi, ci cambia. Dio distrugge e ricrea. Non ci lascia mai come siamo, nella condizione di peccato, come brandelli di umanità. Ci converte, questa è la sua forza. La misericordia di Dio è l’unica cosa di cui abbiamo veramente bisogno. La Chiesa ha la responsabilità di raccontare agli uomini nei suoi gesti e nelle sue parole, la misericordia di Dio. Il grembo di misericordia ha la vitalità di guarire tutti noi nel corpo e nello Spirito.
Io penso che ognuno di noi ha un desiderio dentro il proprio cuore, quello di vedere Dio e di contemplarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutte le proprie forze. Eppure Dio ci ha fatto e continua a farci questo dono di poterlo vedere e contemplare, attraverso la Creazione,carissime sorelle e cari fratelli la Creazione è una “scala” che ci conduce a Dio, è uno strumento, il più facile che l’uomo conosca, per poter intravedere la Sua presenza nel mondo. Il Creato ha la capacità di far scorgere all’uomo un lembo di Paradiso, sempre il Creato alimenta nell’uomo il desiderio di incontrare il volto dell’Altissimo, suscita nell’uomo un fervente ricordo di Dio. Miei cari, per me aver citato la Creazione, essere circondato da questi nostri meravigliosi frati, andare in dietro e tirar fuori la mia natura francescana, mi è impossibile non parlare, solo per pochi minuti di San Francesco.
Francesco ha avuto questa capacità di cogliere la presenza di Dio in ogni cosa in maniera chiara, infatti Francesco chiama ognuna “fratello” e “sorella”. Francesco proclamava, semplicemente, la bontà del creato come opera delle mani di Dio. Lui sosteneva che il mondo era un “sacramento” della presenza di Dio. È meraviglioso questo “sentire” di san Francesco, tanto che egli lo esprime in maniera geniale nel suo Cantico di frate Sole, o Cantico delle Creature, nel quale sembra farsi presente l’invito di san Paolo: «State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie». Francesco si avvicinava a Dio con una lunga invocazione nella quale attribuiva a Dio quattro proprietà. Francesco al primo posto non mette la richiesta di preghiera, ma l’esaltazione di Dio; infatti, molte delle sue preghiere iniziano proclamando Dio come Signore onnipotente e sommo bene:
“Altissimu, onnipotente, bon Signore.
Tu sei Santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose.
Onnipotente, santissimo, altissimo sommo Iddio.
Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Dio, Padre Santo
e giusto, Signore Re del cielo e della terra”.
Queste erano l’esaltazioni che Francesco faceva a Dio prima della preghiera.
Miei cari fratelli, questo tema che ci ha dato il Signore, non è facile perché in esso è contenuta tutta la nostra fede, tutto l’amore non solo per Dio ma per ogni uomo (il nostro prossimo).
Io credo che questi giorni di Convegno lasceranno un segno profondo nel nostro cuore, segno che ci farà crescere sempre di più nell’amore fraterno, nell’umiltà e nella gioia di fare nostra la profezia della comunità: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5), affinché si realizzi nella nostra vita proprio il primo comandamento.
Voglio concludere questa mia riflessione, chiedendo al Signore , per tutti noi, di scolpire nel nostro cuore l’ascolto della Sua Parola, Ascoltare! Questo è il massimo dovere di ogni cristiano da cui viene il resto. Pregare e Ascoltare: chi ascolta Dio entra in un mondo nuovo, impara quello che non può mai donarsi da se stesso. Ascoltare è avere fra le mani il Vangelo per scolpirlo nel cuore. Pregare non è andare da Dio. Non possiamo dare la scalata al cielo perché Dio è già venuto in mezzo a noi: dunque pregare è aprire il cuore a Dio ed Egli riversa se stesso in noi. Chi prega è amato da Dio è riempito di Lui fin dentro le viscere, ed è una persona piena di Dio.

Ora carissimi fratelli e sorelle, tutti insieme vogliamo riconoscere questo Dio come Padre ed essere obbedienti a Lui? Specialmente nell’amore?
Se siamo tutti d’accordo, alziamo le mani e tutti insieme diciamo ad alta voce: ”Si Signore Dio io ti amo e ti amerò con tutto il mio cuore, con tutte le mie forze, con tutta la mia mente, con tutta la mia anima e ti accolgo nel mio cuore come Padre!!”.
ALLELUIA!


 

“Amerai il Signore Dio tuo…”.
Alleluia!


Pino

 

 

 

 

 

 

 

Preghiera del Giorno