RIFLESSIONE
«Quale gioia, quando
mi dissero:
“Andremo alla casa
del Signore» (Sal 121, 1).
Carissimi, abbiamo
preferito fare questa giornata di
ritiro qui a Montagnareale perché
siamo in collina, quindi siamo più
in alto e questa altezza ha
un’attinenza con il Salmo 121 che,
cercherò di riflettere e meditare
assieme a voi. Man mano che andiamo
avanti nella riflessione vi
renderete conto voi stessi
dell’attinenza con un paese di
collina.
Questo salmo era
usato per i pellegrinaggi annuali a
Gerusalemme. Probabilmente venne
scritto dopo la ricostruzione del
tempio e delle mura di Gerusalemme
al tempo del ritorno dall'esilio;
infatti, la grande gioia era la
notizia che “Andremo alla
casa del Signore”,
presuppone un fatto straordinario,
lungamente atteso, e non uno dei tre
pellegrinaggi annuali prescritti
dalla legge (Es 23,17; 34,23).
Lo stupore di fronte
alla compattezza, all’unità, allo
spirito di comunione che presenta la
città si apre alla lode di Dio:
“Gerusalemme
è costruita come città unita e
compatta”.
La Città viene intesa
come il centro dell'unità religiosa
per la presenza del Tempio e come
centro del governo civile “E'
là che salgono le tribù, le tribù
del Signore (...) per
lodare il nome del Signore. Là sono
posti i troni del giudizio, i
troni della casa di Davide”,
Gerusalemme è retta dalle Leggi di
Israele; Davide dice che per
l'Israelita Gerusalemme rimane
legata a Davide, e quindi al futuro
Messia. Gesù.
Il salmista non manca
di rivolgersi ai pellegrini
invitandoli a pregare: “Chiedete
pace per Gerusalemme”; e
invoca pace su quanti la amano, cioè
su quanti credono nel disegno di Dio
su Gerusalemme. La pace invocata è
quella che verrà portata dal
Principe della pace.
Carissimi, la stessa
cosa accade ora con noi nella
Comunità "Immacolata", se ognuno ama
la Comunità deve aprire il cuore
all’amore di Dio e alla gioia nella
Comunità, luogo d’incontro per
lodare, benedire e ringraziare il
Signore per le meraviglie che ha
compiuto in ognuno di noi, nelle
nostre famiglie e nella nostra
salute fisica e spirituale. Però
ancora rimaniamo chiusi nella
tristezza senza testimoniare ai
fratelli le meraviglie di Dio.
A Gerusalemme si è
formata la prima Chiesa particolare,
che è stata la madre delle altre
Chiese particolari, poiché il
Vangelo è partito dalla Comunità di
Gerusalemme. Ma tutte le Chiese
particolari, compresa quella di
Gerusalemme, formano e sussistono
nell'unica Chiesa di Cristo, che ha
come vincolo di unità il successore
di Pietro.
Il pellegrinaggio dei
popoli, delle dodici tribù della
terra, trova il suo gioioso approdo
alle “porte” della
Gerusalemme messianica, pronta ad
accogliere tutte le genti. È la
stessa gioia che noi Comunità
Carismatica dobbiamo avere
nell’annuncio, nell’accoglienza,
nella preghiera. La Gerusalemme
messianica è la “civitas
cristiana” (popolo Cristiano),
che ha come punto fermo la Chiesa
che si sta fondando ( Ap 21,9s).
Per la “civitas
cristiana”, o società
dell'amore, bisogna sempre
pregare perché tragga costantemente
dal Cristo la sua pace e la diffonda
estendendosi a tutta la terra.
Fratelli, arrivati a
questo punto dobbiamo chiederci:
“noi,
preghiamo abbastanza, preghiamo
nella verità, preghiamo per avere
sempre nel cuore l’amore di Dio,
preghiamo per essere veicolo d’amore
per il fratello, preghiamo per la
Comunità intesa come dono di Dio
trasmesso a noi mediante lo Spirito
Santo?”.
Io penso che noi
molto spesso pretendiamo la
misericordia di Dio, ma non la
doniamo mai ai fratelli; dovremmo
pregare e chiedere al Signore:
“Signore,
aiutaci a saper condividere il tuo
perdono e la Tua misericordia”.
Se veramente
invochiamo lo Spirito Santo con fede
, lo Spirito Santo stesso ci fa
guardare il fratello, il bisognoso
con gli occhi di Cristo e ci da la
coscienza e la fede di affidare
tutto alla misericordia del Padre. E
questo non vale solo per la vita
della Comunità, ma anche nella vita
di tutti i giorni, nel lavoro, nella
famiglia il primo luogo dove
dobbiamo portare la gioia e l’amore
del Risorto.
Ritengo che ogni
battezzato, ha il dovere e la
responsabilità di amare tutto quello
che fa, che dice. Questo ci viene
effuso da Dio per mezzo dello
Spirito Santo attraverso il
Sacramento del Battesimo.
Molto spesso mettiamo
nel dimenticatoio il primo e grande
Sacramento “il Battesimo”,
che ci ha fatto diventare figli di
Dio.
Dopo Duemila anni, il
nostro pellegrinaggio non è
terminato ma continua perché
terminerà solo quando faremo il
nostro ingresso nella Gerusalemme
Celeste.
Pensate, lo stupore
la meraviglia, la gioia di poter
andare nella “casa del Signore”
i primi cristiani lo hanno avuto
quando hanno costruito le prime
Basiliche a Roma, dopo le ondate di
persecuzione per annullare la
Chiesa. Oggi per noi è diverso la
Chiesa è costruita sia come tempio,
ma principalmente come cuore che
prega nello Spirito, allora è
d’obbligo che noi iniziamo a
costruire la Gerusalemme nel nostro
cuore per poter fare della Comunità
"Immacolata" non solo la Gerusalemme
messianica, ma dobbiamo costruire e
formare la civiltà dell’amore, si
perché il Cristo è Risorto e
abita in noi e rimane con noi fino
alla fine dei tempi, nella Sua
Chiesa nella Sua Comunità.
Questi Salmi,
chiamati anche Salmi del
pellegrinaggio o delle ascensioni,
vanno dal 120 al 134
compreso e sono una raccolta ben
individuabile nel salterio.
Probabilmente venivano usati in
occasione di un viaggio rituale di
fede, di pellegrinaggio. Sono
chiamati delle ascensioni proprio in
virtù del fatto che Gerusalemme è
a 800 metri; nella Bibbia
si parla, non solo di andare a
Gerusalemme, ma di salire a
Gerusalemme. Il verbo salire qui ha
due significati:
uno geografico,
l’altro è spirituale perché si va
verso la città della pace e della
pienezza si sale, perché è un
cammino verso l’alto, verso Dio.
In questo
pellegrinaggio c’è un elemento che
va tenuto presente: si tratta sempre
di un viaggio. Che cosa
nella Bibbia non è viaggio?
Anche quando si diventa sedentari,
bisogna fare memoria dei viaggi.
Nella Bibbia ciò che conta è
rimanere persone in viaggio,
rispondere ad un Dio che cammina con
noi, e quando si diventa
sedentari bisogna restare in cammino
nello spirito (Capitoli 6 - 8 del
Deuteronomio: “a questa terra
ti ho portato, in questa terra non
dovrai lasciarti prendere dai mali
della sazietà …).
Gesù
prenderà questo stile di vita.
Incontrerà il suo grande maestro, il
Battista, viaggiando per le contrade
della Palestina, camminerà con le
persone, i discepoli e le discepole
cammineranno con Lui. La strada
diventerà odos (la via della
vita), sinonimo della strada di
Dio. La proposta che Dio ci rivolge
è mettere in movimento la nostra
anima: la conversione è anche
questo muoversi. Dalle letture
ebraiche leggiamo che il popolo
prima va in Egitto, poi ritorna, poi
va a Babilonia, poi ritorna. Tutto
è un viaggio, siamo dei nomadi,
si siamo e dobbiamo essere i
nomadi
che annunciano l’amore di Dio, la
via della gioia vera, ma molte volte
non lo facciamo perché siamo
prigionieri dl nostro egoismo.
In questi Salmi c'è
un ricco arsenale simbolico: i
simboli sono, le immagini del
desiderio. Sappiamo che il desiderio
interiore colora la nostra realtà:
se nel nostro cuore pulsano, ci sono
dei desideri, la realtà si colora,
il desiderio è tale da immettere la
voglia di vivere.
Questi Salmi sono
fatti per amare, per imparare ad
amare, per tenere il cuore caldo;
perché i piedi non si stanchino
durante la via, bisogna scaldare il
cuore con la preghiera.
Nella tradizione
cristiana questi salmi sono stati
molto amati, i Padri li hanno letti
come il simbolo del cammino della
nostra vita.
Il Salmo 121.
E’ un salmo pieno di
tenerezza, che ha immediatamente un
balzo dialogico: "io alzo gli
occhi verso i monti, da dove verrà
il mio aiuto? Arriverà
da Jahweh che ha fatto
cielo e terra". Questo
versetto può essere interpretato
come voce da pellegrino a
pellegrino, da sacerdote che attende
a credente che arriva; è la voce
sommessa della preghiera, quando ci
poniamo la domanda e ci diamo noi
stessi la risposta. “Io alzo
gli occhi verso i monti”:
con tutto il panorama dell’angoscia
verrebbe voglia di chiudersi in
casa, invece il gesto di fede è
completamente diverso. “Da
dove verrà….?”: c'è la
centralità della fede, che dice:
dentro di noi ci sono tante cose
belle, però la salvezza viene da
fuori, c’è una diversità, che non
sta dentro il movimento del mio
cuore. “Il mio aiuto è da Dio
che ha fatto cielo e terra”:
quella presenza di amore che ha
fatto cielo e terra, si ricorda
anche di me, anche se sono come un
granello di sabbia.
Il Salmo prosegue con
un linguaggio empatico, in qualche
modo ripetitivo, “non lascerà
vacillare il tuo piede”: si
parla di un viaggio, ma è anche il
piede che vacilla, e questo è molto
concreto, perché nel viaggiare il
tuo piede non si gonfierà, e la tua
gamba sarà protetta. “Non
s’addormenterà il tuo custode”.
Può succedere che noi ci
addormentiamo, ma il tuo custode non
si addormenterà: il custode non può
dormire, se fa il suo mestiere di
custode, è una logica; "non
prenderà sonno", non gli verrà
nemmeno il sonno. Dio ci custodirà
da ogni male, custodirà la nostra
vita, quando esci e quando entri;
Dio è il custode nostro perché noi
diventiamo gli uni per gli altri/e
dei custodi. Lui, ci
incarica, dandoci la sua custodia,
di diventare a nostra volta gli uni
per gli altri i custodi; custode
significa che la persona che tu
custodisci è preziosa, perciò la
custodia è un gesto di amore. Nella
tradizione cristiana c’è l’angelo
custode.
Bisogna insegnare al nostro cuore a
dire che è Dio il nostro custode.
E’ un salmo che ci dà
fiducia anche nei momenti in cui noi
dormiamo: se dormiamo noi, non dorme
Lui. Nella vita tutti facciamo
qualche sonno in più: per fortuna
c’è l’insonnia di Dio, l’insonnia
amorosa con cui ci accompagna e ci
riprende.
Ci auguriamo che dopo
questa meravigliosa giornata di
ritiro, la Comunità "Immacolata"
diventi il luogo dove ogni fratello
possa attingere la gioia e tutti noi
con il cuore pieno di gioia e di
amore per Dio, per la Chiesa, per la
Comunità, ogni volta che varchiamo
la sogli della Chiesa
dell’"Immacolata" possa dire con
cuore pieno e commosso:
“Qui siamo nella casa
del Signore”.
Carissimi fratelli e
sorelle il Signore ci benedica, ci
dia pace, gioia e amore.
Lode e Gloria alla
Gioia di Cristo Gesù.
pino