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Signore da chi andremo?

« Signore da chi andremo?»

Come una eco mi risuona nella mente, mentre in coda mi accingo ad entrare nella grotta. C’è una folla che si accalca per entrarvi e una folla che appresta ad uscire.

È una folla di pellegrini e di curiosi, di fedeli e di pagani, di credenti e miscredenti. Vi sono dei gradini all’ingresso e, qualcuno mosso da uno spirito di pietà si offre per aiutarmi a far salire col passeggino mia figlia disabile; altri invece non curanti ostacolano il passaggio quasi volutamente. Mi chiedo cosa possa attirare tanta gente in questo luogo, ma quando scorgo con lo sguardo l’altare vedo da lontano l’effige di S. Michele che cattura la mia attenzione. All’improvviso ho l’impressione di essere in un luogo speciale, l’aria che si respira è intensa, ma non è un profumo.

La sensazione è di essere immersi in un atmosfera sublime, unti da uno Spirito Divino.

Signore da chi andremo?

Il mormorio e la confusione sono implacabili e sento il bisogno di isolarmi per pregare. Vedo una piccola cappella dov’è esposto il Santissimo e mi precipito ad entrarvi. Chiudo la porta dietro di me ed il silenzio è “assordante”. Quattro inginocchiatoi, due, tre fedeli alla volta che si alternano e Lui è lì che mi sta aspettando. Cinque minuti e sono passati quarantatre anni della mia vita. Come quando si  porta indietro velocemente la pellicola di un film , come in un viaggio cosmico ripercorro all’indietro tutta la mia vita, poi per due minuti il vuoto, il silenzio nell’ascolto. Ascolto ciò che Egli ha da dirmi, una strada da indicarmi, una cosa da mostrarmi. Invece niente. Non sento nulla, neppure nello spirito. Rimango un po’ perplesso ma, chiedo per l’ennesima volta una grazia al Signore ed esco. Chiudo la porta e ritorna il mormorio e la confusione della gente. Ritorno da mia figlia Gloria da cui mi ero separato momentaneamente, da Lidia, mia moglie e da Deborah, l’altra figlia.

Dopo la Messa usciamo insieme, ma l’atmosfera è intensa, c’è qualcosa che ci attrae e ci trattiene. Ci dividiamo, loro dalle scale io invece salgo con Gloria nell’ascensore. Mentre saliamo su, Gloria mi guarda come se volesse dirmi qualcosa. All’improvviso mi sorride con uno sguardo luminoso, intenso e pieno di gioia. Allora ho capito che il Signore mi stava parlando indicandomi la via.

«Vivi nella semplicità dei gesti e nella preghiera quotidiana, scoprirai il volto luminoso di Cristo nella sofferenza e nel sorriso di un bambino».

<<Signore da chi andremo?  Tu solo hai parole di vita eterna>>.

 

Monte Sant’angelo 22 agosto2009         Franco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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