"Chi viene a me e ascolta la mia parola ha posto
le fondamenta sopra la roccia" (Lc 6, 46-49).
In ogni tempo e luogo la Chiesa è mandata dal suo
Signore ad annunciare il Vangelo e a comunicare la salvezza a tutti gli uomini.
Anche all'uomo e alla donna che vivono ne Matrimonio la comunità cristiana
rivolge la parola di Dio: è il lieto annuncio che il Signore vuole fare
dell'amore e dell'unione dei coniugi un segno privilegiato ed efficace di grazia
e di salvezza. L'amore coniugale dei battezzati è infatti immagine e
ripresentazione dell'amore che Cristo ha per la sua Chiesa.
In questa sua missione evangelizzatrice la Chiesa opera con l'attiva
partecipazione di tutte le sue componenti e in modo particolare delle coppie e
famiglie cristiane, le quali, con la vita e con la parola, manifestano le opere
meravigliose che Dio compie per mezzo di Cristo nello Spirito anche mediante il
sacramento del Matrimonio.
Dal punto di vista funzionale, la famiglia moderna, mentre tende ad emarginare
alcune delle sue tradizionali funzioni sociali, sta cercando una nuova
definizione dei ruoli matrimoniali, specialmente con lo sviluppo della
dimensione dell'amore e quindi dei rapporti interpersonali tra i soggetti che la
compongono.
In particolare queste trasformazioni in atto incidono profondamente
sull'immagine della donna e sulla sua posizione dentro la famiglia e la società.
Cresce la coscienza dell'eguaglianza nella dignità personale tra uomo e donna,
si afferma la volontà e la partecipazione della donna alla vita professionale,
civile e sociale. Da questo ne deriva una profonda revisione delle tradizioni
dei diversi compiti nell'ambito della convivenza umana. In altre parole, la
donna (moglie) non è più la schiava del marito o della famiglia intera, la donna
non è un oggetto, ma essere umano creata ad immagine e somiglianza di Dio.
Il mondo intero oggi è in crisi, purtroppo anche l'istituzione del Matrimonio e
della famiglia e anch'essa coinvolta in questa crisi e ne esce spesso
profondamente turbata. L'unione matrimoniale infatti è da alcuni messa sotto
accusa e da altri rifiutata, perché costituirebbe il risultato di una esperienza
storica ormai ritenuta superata e perché si opporrebbe alla esigenza di libertà,
propria dell'uomo, favorendo situazioni di conformismo e di alienazione, vedi
convivenza tra coppie, unioni di fatto, unioni tra sessi uguali, per non parlare
poi delle vite umane che vengono sacrificate da queste unioni fasulle per
esempio l'abominevole peccato dell'aborto. E ne potremmo citare tanti altri.
Va subito detto che questa crisi della coppia e specialmente del Matrimonio, è
un fatto ambiguo, che esige già sul piano sociologico una attenta analisi e un
severo giudizio critico. Sono certamente positive le istanze di libertà di
scelta, di autenticità, di responsabilità nella vita a due intesa come progetto
da realizzare insieme nell'approfondimento continuo dei valori del Matrimonio.
Esse possono rapportarsi a una esigenza di fondo umana e cristiana. Se però, in
forza di quelle istanze, si pretendesse intaccare o distruggere il matrimonio in
quanto tale, si perderebbe l'essenziale valore sociale ed ecclesiale del
Matrimonio e lo si abbandonerebbe all'arbitrio individuale ed alla labilità dei
sentimenti e delle passioni.
Il Matrimonio nella storia della
salvezza
La parola di Dio proclama che la novità assoluta della storia consiste in una
gratuita alleanza d'amore e di vita tra Dio e gli uomini. Leggiamo nella Dei
Verbum, 2 "Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e
manifestare il mistero della sua volontà, mediante il quale gli uomini per mezzo
di Cristo, Verbo fatto carne, nello Spirito Santo hanno accesso al Padre e sono
resi partecipi della divina natura".
L'alleanza e la comunione tra Dio e gli
uomini è il contenuto centrale della Rivelazione divina e costituisce
l'esperienza fondamentale di fede in Israele nel suo itinerario di liberazione e
di speranza messianica.
In tal modo l'alleanza tra Dio e il suo popolo viene ad essere principalmente
espressa e significata da quella particolare forma di vita umana che è il
Matrimonio e assume come sua immagine il vincolo coniugale.
Anche nell'insegnamento dell'apostolo Paolo il Matrimonio entra nell'ambito
della vocazione cristiana e appare come un carisma, cioè come un dono dello
Spirito Santo, destinato all'edificazione della Chiesa: "Ciascuno ha il proprio
dono da Dio, chi in un modo chi in un altro… Ciascuno continui a vivere secondo
la condizione che gli ha assegnato il Signore, … così dispongo in tutte le
Chiese" (1Cor. 7, 7-17).
In modo ancora più specifico nell'insegnamento di S. Paolo l'unione coniugale
dei cristiani, compiendo il segno profetico citato nella Genesi, assurge a
immagine piena dell'unione di Cristo con la sua Chiesa: "Per questo l'uomo
lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una
carne sola. Questo mistero è grande: lo dico in riferimento a Cristo e alla
Chiesa!" (Ef 5, 31-32). In tal modo il lieto annuncio della novità cristiana del
Matrimonio è semplice e sublime: gli sposi trovano ormai nell'amore di Cristo
per la Chiesa il modello e l'ideale altissimo della loro comunione di vita; ma
in quello stesso amore, sorgente di salvezza per la Chiesa intera, il Matrimonio
trova la fonte inesauribile di grazia per il suo esistere e il suo operare. "E
voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se
stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro
dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua
Chiesa tutta gloriosa, senza macchia, né ruga o alcunché di simile, ma santa e
immacolata" (Ef 5, 25-27).
Il matrimonio cristiano trova inoltre nell'Eucaristia il suo momento fontale e
la sua piena capacità di realizzazione.
L'Eucaristia infatti fa presente il sacrificio che sigilla la nuova alleanza di
Dio con gli uomini: gli sposi vi trovano il fondamento del loro patto coniugale
e la possibilità di rinnovarlo in un continuo impegno di reciproca e fedele
donazione.
E poiché l'Eucaristia è "segno di unità e vincolo di carità", i coniugi,
partecipando al Corpo e Sangue del Signore, perfezionano e consolidano la loro
comunione di vita e si aprono al servizio dei fratelli.
In tal modo l'Eucaristia che unisce ed edifica la Chiesa, si fa vincolo e
costruzione della famiglia cristiana, che è parte viva e cellula primaria della
Chiesa stessa.
Il patto coniugale che segna l'inizio del Matrimonio è costituito
dall'irrevocabile consenso personale, cioè dalla decisione e dalla scelta
personale di darsi e riceversi reciprocamente e così costituire l'intima
comunità di vita e d'amore coniugale.
Per i battezzati il Matrimonio è assunto nel disegno salvifico di Dio e diventa
segno sacramentale dell'azione di grazia di Gesù Cristo per l'edificazione della
sua Chiesa.
L'amore coniugale cristiano è nel mondo presenza e testimonianza della grazia di
Gesù, che purifica, rinnova ed eleva la realtà umana.
Nell'incontro sacramentale Gesù Cristo dona agli sposi un nuovo modo di essere
per il quale sono come configurati a lui sposo della Chiesa e posti in un
particolare stato di vita entro il popolo di Dio.
Così gli sposi, mediante il sacramento, ricevono quasi una consacrazione che
attinge, trasformando, tutta la loro esistenza coniugale (Cf. Gaudium et spes.
48).
Nell'incontro sacramentale il Signore affida ai coniugi anche una missione per
la Chiesa e per il mondo, arricchendoli di doni e di ministeri particolari (cf.
Lumen gentium, 11).
Penetrando più profondamente nella fede
della Chiesa, gli sposi scoprono nell'intervento redentore di Cristo il dono di
una purificazione e di una elevazione (cf. Gaudium et spes, 49). Chiamati ad una
continua conversione di fronte all'esperienza del peccato, vengono resi capaci
di partecipare alla vittoria di Cristo superando la tentazione dell'egoismo; e
di dedicare la loro esistenza al servizio del Regno di Dio.
Ricevono, inoltre, la grazia di una elevazione del loro amore, che li abilita e
li impegna ad una crescente attuazione di quei valori umani di donazione, di
fedeltà e di generosa fecondità, che nel Vangelo trovano pienezza e di
motivazione.
La vita nuova nello Spirito che i coniugi dovranno condurre, sarà indubbiamente
soggetta a tentazioni e difficoltà. Il sacramento assicura quegli aiuti di
grazia che li sosterranno lungo la vita, specialmente quando le circostanze
concrete renderanno ardua la piena fedeltà alla vocazione e alla missione
ricevuta.
Il Concilio ricorda che Gesù Cristo "rimane con loro perché, come egli stesso ha
amato la Chiesa e si è dato per lei, così anche i coniugi possano amarsi l'un
l'altro fedelmente, per sempre, con mutua dedizione" (Gaudium et spes, 48).
Nessuna difficoltà, anche gravissima, della esistenza coniugale e familiare può
deludere la ferma speranza che anima gli sposi credenti: "in tutte queste cose
noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati" (Rm 8. 37).
Per questo i coniugi cristiani, anziché perdersi d'animo, dovranno sapersi
mantenere, come ogni cristiano, in umile atteggiamento di conversione e di
ricerca del perdono di Dio.
Nell'assidua preghiera, nel ricorso ai sacramenti della Penitenza e
dell'Eucaristia, nel gioioso rinnovarsi di un loro impegno di vero amore
troveranno la via di un progressivo adempimento della legge di Dio (cf.
Enciclica Humane vitae, 25).
Solo nella fede, quindi, la Chiesa è chiamata a celebrare il Matrimonio
cristiano, perché solo con esso il sacramento raggiunge la sua piena efficacia
di grazia.
Ed ora, cari fratelli e sorelle, voglio
concludere questa mia relazione, per la quale ho attinto informazioni, ricchezza
e sapienza di vita in primo luogo dalla Sacra Scrittura ma anche dal Magistero
della Chiesa e dai documenti Conciliari, citando un pensiero di Don Primo
Mazzolari: "L'amore vero non altera ma alterizza, rispettando l'altro perché è a
immagine dell'infinito Amore, che non ci crea in serie. L'amore aiuta l'altro a
essere se stesso, diventando ciò che è chiamato ad essere".
"Nell'altro non si entra come in una
fortezza,
ma come si entra in un bosco
in una bella giornata di sole.
Bisogna che sia un'entrata affettuosa
per chi entra come per chi lascia entrare,
da pari a pari, rispettosamente.
Si entra in una persona non per prenderne possesso,
ma con riguardo, con ammirazione, venerazione".