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Alitò su di loro

"Alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo"(Gv 20,22)

di Cinzia

L'apparizione di Gesù Risorto riportata dall'apostolo Giovanni e donataci per questa giornata "speciale" da Signore inizia dicendo così: "La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei..".

Ho voluto riportare l'esatte parole dell'Evangelista, affinché si possa attualizzare ed incarnare in ognuno questa parola e nessuno abbia la tentazione di relegare lontano nel tempo e nello spazio questo episodio che invece è presente ora, per ciascuno di noi e ci interessa da vicino, da molto vicino, perché vuole toccare i nostri cuori e rinnovare tutta la nostra vita.
È la domenica di Pasqua, oggi è domenica per tutti e chissà per molti o per qualcuno è sera, sera nel cuore dove avvolte risiedono e si combattono e si agitano sentimenti, ricordi, sofferenze, speranze.
La sera indica quel tempo, quando ancora non è buio completo, ma già le ombre si distendono, non vi è più la chiarezza e la luminosità del sole, del giorno. Chi può dire di non essersi trovato e di non trovarsi in questa sera del cuore, dove il peccato e la morte continuano ad alimentare paure, angosce e dolore. Vogliamo allora ritrovarci anche noi, in quella sera della domenica, insieme a quei discepoli che stavano a porte chiuse per timore dei Giudei paralizzati dal dolore della perdita del loro Signore, di quel Gesù che aveva cambiato la loro vita, che aveva aperto i loro occhi ed il loro cuore riempiendolo di speranza e di gioia. Quante volte anche noi ci siamo ritrovati a porte chiuse (e non solo a casa nostra) nel cuore, quando la durezza della vita e del rapporto con l'altro ci ha cristallizzato nella forza, nella speranza, nell'amore e perché no anche nella fede.
In quelle porte chiuse, che poi fondamentalmente sono chiuse per paura e per dolore, ci siamo ritrovati e ci ritroviamo un po' tutti … ma gloria a Dio se poi in questa circostanza, insieme a quei discepoli, possiamo fare l'esperienza di Gesù Risorto, che è l'esperienza per eccellenza, che non solo segna e cambia la nostra esistenza, ma la indirizza per l'eternità e vuole arrivare a toccare l'esistenza di chi ci è vicino e slanciare anch'essa verso l'infinito, verso l'amore che è da sempre e per sempre.

Continua l'Evangelista Giovanni: "…Venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Gesù venne, Gesù viene e non passa e va come un'apparizione fugace, si ferma, pone la sua dimora non in uno soltanto, vicino più a un discepolo che ad un altro, in mezzo si ferma, perché è Signore, al centro di tutti e per tutti. Solo quando Gesù è al centro della nostra vita, possiamo sperimentare la Sua signoria e la Sua potenza d'amore. Quello è il Suo posto, al centro, solo così illumina e riscalda… occorre effettuare una rivoluzione copernicana nella nostra mente e nel nostro cuore, non può essere e non porta niente far ruotare il Signore Gesù intorno a noi, alla nostra finitezza, non serve a niente farci un Dio a nostra immagine e somiglianza da tenere in tasca quando serve e fa comodo per poi relegarlo li quando diventa troppo ingombrante e fastidioso con la sua legge, che mette in crisi la nostra coscienza. Dobbiamo farci noi a Sua immagine, noi dobbiamo ruotare intorno a Lui per sentire i benefici effetti della Sua presenza e sentirci dire e ritrovarci a vivere la Sua pace. Dobbiamo fargli corona e se lo faremo qui sulla terra mettendolo al centro di tutto di noi, gli faremo corona un giorno in cielo per l'eternità insieme agli angeli e ai santi. Alleluia!!

In questo momento storico dove infuriano venti di guerra che veramente ci gelano e ci stordiscono non serve niente a niente, parole, marce, scioperi e quant'altro, occorre operare quella rivoluzione copernicana in ognuno di noi e con Gesù al centro sì che risuonerà quel "pace a voi" per il mondo intero, per questo il Papa ha invocato e invitato a pregare e a digiunare, affinché si manifesti la potenza e l'amore di Dio che solo può fermare ogni guerra, ogni dissidio ed ogni supremazia umana. Qualcuno ha scambiato il digiuno con lo sciopero della fame… la differenza è abissale, poiché il digiuno unito alla preghiera ce lo ha lasciato il Signore per scacciare i diavoli più potenti e perché nel digiuno di noi stessi opera e si eleva la maestà di Dio…

E l'Evangelista continua attento e preciso nel riportare l'evento: "Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono a vedere il Signore". Non c'è nel Vangelo una sola parola che Gesù abbia pronunziato senza averla poi attuata. Il Signore dice e fa, promette e mantiene, parla ed opera. Per noi uomini vale il detto: tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Per il Signore no, lui è la Parola, il Logos che ha preso carne ed è salvezza per l'umanità intera. Non può dare la pace se non Dio solo, l'Amore solo e Gesù si mostra tale mostrando i segni dell'atto supremo della sua donazione totale sulla croce.
In forza ed in virtù della sua passione e morte, Gesù è Signore, è la sua croce vinta con la risurrezione che ci salva. Non poteva mostrare altro che i segni della passione per farsi riconoscere ed essere Signore; infatti è proprio in conseguenza di questo che i discepoli gioirono a vedere il Signore. È solo dopo aver realizzato autenticamente questa esperienza di riconoscere Gesù Risorto Signore della nostra vita che possiamo essere aperti e pronti per ricevere un dono, il dono, il Dono dei Doni, anzi per citare le parole del Papa nell'Enciclica "Dominum et vivificantem" riceviamo la Persona-Dono, lo Spirito Santo.

"…Alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo.."

Il Signore Risorto alita ancora oggi su di noi, fratelli, non ve ne accorgete? Lo sentiamo questo soffio di vita? È per noi! Gesù Risorto alita su di noi e ci rigenera in una esistenza rinnovata dall'azione della sua grazia. Noi che eravamo morti a causa del peccato, in Cristo morto e risorto abbiamo riacquistato la vita. Noi che avevamo perduto il soffio di vita, alitato dal Creatore all'inizio del mondo (Gen. 2,7) lo abbiamo ricevuto nuovamente dal nostro Redentore. Questo Soffio di vita si chiama Spirito Santo. È lui il Signore che da la vita!
Egli viene a noi non solo dopo la morte e risurrezione di Gesù, ma a causa di essa. Sulla croce Gesù ci dona tutto se stesso e nel momento supremo della sua donazione, ci dona lo Spirito Santo. "Chinato il capo, spirò" (Gv 19,30) Gesù morendo rese lo Spirito, donò lo Spirito. L'ultimo respiro di Cristo crocifisso coincide con il primo respiro della Chiesa: la sua morte ci ridona l'alito di vita che avevamo perduto con il peccato.
Lo Spirito Santo è l'amore e nello Spirito Santo noi sentiamo la vicinanza di Dio, avvertiamo che Dio pone la sua onnipotenza al nostro servizio (il sole nel sistema copernicano…), scende al nostro livello, si fa immanenza d'amore, fino a vivere in noi. Che dono grande ci fa il Signore! Senza l'azione dello Spirito non è possibile la conoscenza esperienziale e salvifica di Dio,che non possiamo pensare se non trinitario nella sua unità.
Pensiamo al Padre, a Colui che ci trascende, che è Onnipotente, Onnisciente. Pensiamo al Figlio, a Colui che ci sta accanto, lotta e spera e vince con noi, vive al nostro fianco. Pensiamo infine allo Spirito Santo, a Colui che addirittura sta dentro di noi: parla al nostro cuore, ci rimprovera, ci esorta, ci incoraggia ad andare avanti.
Grazie allo Spirito Santo noi siamo introdotti alla conoscenza di Dio, una conoscenza che non può essere solo teorica, perché le persone non si possono mai conoscere solo in teoria e poi non porterebbe alcun vantaggio (sarebbe come sentirsi dire che fuori della nostra finestra c'è un bel sole caldo e continuare a restare nella fredda semioscurità della nostra stanza). Lo Spirito Santo ci fa sentire l'amore di Dio a pelle e nel cuore… è una questione di cuore a cuore, Dio con noi per noi.
Lo Spirito Santo ci fa essere Chiesa, ossia fa di tutti noi le membra vive dell'unico Corpo di Cristo, facendoci vivere nella comunione, nonostante le nostre differenze. È questo il grande miracolo della Pentecoste: ognuno, pur continuando a parlare la propria lingua, capiva quella degli altri. È l'esatto contrario della torre di Babele! Lo Spirito Santo ci fa capire che la diversità è ricchezza e come dice san Paolo: "A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune" (1Cor. 12,7). Tutto quello che siamo e abbiamo è dono di Dio e deve essere messo al servizio dei fratelli. Questa consapevolezza e questo impegno fanno crescere la Chiesa e la fanno risplendere in mezzo agli uomini come segno e strumento di salvezza.

E qui è bene inserire una breve riflessione sulla preghiera di Effusione che alcuni fratelli delle nostre comunità ricevono. L'Effusione dello Spirito non è un sacramento, ma implica un rapporto a un sacramento, anzi a più sacramenti: ai sacramenti dell'iniziazione cristiana. Il rapporto fondamentale è però con il sacramento del Battesimo. La preghiera di Effusione dello Spirito attualizza e ravviva il nostro Battesimo.
Il Battesimo è un ricchissimo pacco - dono che abbiamo ricevuto al momento della nostra nascita in Dio.
L'opus operatum del Battesimo (l'opera già realizzata, la parte di Dio) è molteplice e ricchissima: grazia, illuminazione, perfezione, bagno, carismi… è un pacco dono ancora sigillato: siamo ricchi perché lo possediamo, ma non sappiamo cosa possediamo.
Il Battesimo è un sacramento "legato".
L'opus operantis (l'opera da realizzare, la parte dell'uomo) è la fede.
"Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo" (Mc 16,16). È la fede che aziona il Battesimo. È il sì dell'uomo libero che lascia libero Dio di agire nella sua vita. Nella preghiera di Effusione, si riattiva il Battesimo, ossia l'uomo reca la sua parte, prende consapevolezza della sua scelta di fede. Come se la mano tesa di Dio finalmente incontrasse quella dell'uomo e nella stretta facesse passare tutta la sua forza creatrice che è lo Spirito Santo. Il dono di Dio viene finalmente "slegato" e lo Spirito si espande come profumo sulla vita cristiana. Da dove viene la grazia che si sperimenta nell'Effusione? Da nessun'altro se non da Dio solo! Tale grazia ha rapporto con il Battesimo, perché Dio agisce sempre con coerenza e fedeltà, non fa e disfà. Egli fa onore all'impegno e all'istituzione di Cristo. Una cosa è certa: non sono i fratelli a conferire lo Spirito Santo, essi non danno lo Spirito Santo al fratello, ma con un atto d'amore profondo invocano lo Spirito Santo sul fratello. Lo Spirito non può essere dato da nessun uomo, perché nessun uomo possiede in proprio lo Spirito Santo. Solo Gesù può dare in senso proprio nei sacramenti lo Spirito Santo; gli altri non posseggono lo Spirito, ma piuttosto sono posseduti da lui.
La preghiera di Effusione se non è un sacramento, è però un evento, un evento spirituale. È un evento perché è un qualcosa che avviene, che lascia il segno, che crea una novità in una vita. È spirituale perché avviene nello spirito cioè nell'interiore dell'uomo e soprattutto perché esso è opera dello Spirito Santo. È piaciuto a Dio oggi rinnovare la Chiesa con questo mezzo!
E allora valga per tutti l'invito dell'apostolo Paolo nella seconda lettera a Timoteo: Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza" (2Tim. 1,6-7).

Gloria al Signore

 

 

 

 

 

 

 

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